Superati i 50, questo sentimento, se ben gestito, può essere anche positivo per tirare fuori il meglio di noi.
A proposito di invidia non dimenticherò mai la festa di compleanno dei miei 20 anni. Era il 1983, io ero follemente innamorata di Marco, che naturalmente non mi degnava di uno sguardo e che si presentò con una sventola, Paola, fasciata in paio di pantaloni metallizzati argento ed esibendo una massa di capelli lunghi lasciati selvaggi: una vera fuoriserie! Io, quella sera, per l'occasione avevo tubino nero longuette e la coda: una vera suffragetta. Paola flirtò con tutti i maschi e Marco andando via mi diede la mano… Quanto invidiavo la sua capacità di vestirsi, truccarsi, atteggiarsi, essere disimpegnata… Capii subito che invidiare Paola non serviva a niente. Dovevo assolutamente imparare da lei! E così ho fatto da allora: quando ho provato invidia per qualche situazione sono partita da lì per auto-stimolarmi, spronarmi a essere migliore, a raggiungere gli obiettivi!
Ma chi l'ha detto che l'invidia è solo un sentimento negativo? Secondo me è questo che dovremmo dire alle ragazze che ci sono vicine ( se avete figlie adolescenti, mi capite benissimo!). Anzi, l’invidia, può diventare la motivazione per mettere in gioco le proprie risorse, valorizzare le proprie capacità, misurarsi per esprimere quello che siamo. A modo nostro, però. Il vero trucco è riconciliarsi con le fortune degli altri e farle proprie
Io mi sono applicata e ci sono riuscita, tranne che per una cosa: i capelli! Non c'è niente da fare, abbiamo la stessa età, ma Paola (da allora siamo diventate amiche per la vita…) ha ancora una chioma meravigliosa, morbida e voluminosa, così, di natura. Prima e poi le chiederò
il suo segreto visto che i miei capelli, invece, ora sono più delicati, a volte opachi, un po' deboli. E io… glieli invidio! Sapete però, la botta d’invidia dura al massimo tre secondi, poi mi guardo allo specchio e mi dico: ma tu hai proprio dei begli occhi!