Qualche volta il cinema ha ispirato lo stile, qualche volta il contrario. Ecco un breve viaggio nella storia del costume e dei costumi.
C’è bisogno di ricordarlo? Il film che più si "lega" alla Moda, il più citato, il più celebrato, il più saccheggiato è senza dubbio
Colazione da Tiffany. Indimenticabile Audrey Hepburn, caffè e croissant in mano, davanti alla vetrina della gioielleria Tiffany, nella quinta strada di New York, all'alba, con il suo leggendario vestito nero, lungo, semplice, ma di gran classe, firmato Hubert De Givenchy. Un mito inossidabile. E sempre quel film consacra il "little black dress", ovvero il tubino nero passepartout, che ritroviamo da allora in ogni collezione, anche oggi.
Alternativa valida? L'abitino anni '50 con bustino stretto sino in vita e gonna a ruota, sinonimo del celebre New Look di Christian Dior. Magnifica interprete ne è Grace Kelly, a quell'epoca ancora attrice, prima di sposare il principe Ranieri di Monaco e diventare sovrana del Principato.
Elegantissima e super raffinata in
La Finestra sul Cortile di Hitchcock, tutta abiti bon ton e perle, fa un apparizione mozzafiato con un vestito dal bustino nero e gonna a ruota in tulle bianco. Certo bisogna avere il fisico.
Stesso dicasi per
Caccia al ladro e
Il Cigno, la splendida principessa bionda è sempre stata un simbolo di eleganza.
Più indietro nel tempo, l'icona del maschile al femminile era stata Katherine Hepburn, nei suoi tailleur con pantaloni ampi, usati anche da altre due dive un po' androgine come Marlene Dietrich, nel celebre
Angelo Azzurro e Greta Garbo, la Divina.
Stesso stile, in versione anni '80 (e vai con le spalline a go go!) per Melanie Griffith in
Una Donna in Carriera, pellicola che celebra la metamorfosi di una semplice ragazza ad ambiziosa protagonista della finanza.
Solo femminilità allo stato puro invece per Mia Farrow in
Il Grande Gatsby (1974), dove l'etera attrice americana sfoggia un sofisticato guardaroba anni '20, con abiti a vita bassa, frange ricami e gioielli déco.
Siamo invece ancora nel repertorio del cinema americano anni '80 con
La Mia Africa, tratto dal romanzo di Karen Blixen (protagonista maschile ancora Robert Redford, interprete anche del Grande Gatsby, prima del Di Caprio versione 2000) dove l'eclettica Meryl Streep interpreta al meglio lo stile "esploratrice" in bianco e caki, con tanto di pantaloni alla cavallerizza e cappelli in paglia, molto ricercato.
Da sempre il grande cinema ispira la moda e viceversa, orgoglio italiano in questo campo è la nostra costumista
Milena Canonero, che ha vinto più Oscar, l'ultimo per i mirabolanti abiti dello strepitoso film
The Grand Budapest Hotel.